domenica 30 settembre 2012

Nuove speranze per il Rifugio Eugenio Ferreri nel vallone di Gura

Avevamo iniziato una battaglia da un pò di anni per salvare questo pezzo di storia dell'alpinismo occidentale dalla rovina e dall'oblio. Il Rifugio della Gura, eretto nel 1887 per volontà dell'Avvocato Giuseppe Corrà, dalla sezione di Torino, costò 7000 lire. Per anni, fino almeno alla cosruzione del Rifugio Paolo Daviso e dei successivi e sfortunati "bivacchi" Rivero, la costruzione ha costituito un valido punto di appoggio per l'esplorazione alpinistica del gruppo Gura-Martellot (Valli di Lanzo - Graie meridionali).Nel 1957 fu intitolata al membro del GISM-CAAI Eugenio Ferreri. Il suo "superamento" coincise con il progressivo abbandono, e nonostante l'incredibile solidità delle struttura (che appare ancor oggi) si è assitito al lento deterioramento degli interni e degli infissi. Finalmente, il GISM-Piemonte e Valle d'Aosta, il CAAI-Gruppo Occidentale e la Sezione Cai di Torino, hanno unito le forze per trovare una possibile soluzione. Il Ricovero è stato affidato al CAAI e sono partite varie iniziative per una raccolta di fondi necessaria ad integrare quanto potrà giungere a livello istituzionale dal Club Alpino Italiano. Ma il buon fine dell'operazione appare tutt'altro che semplice e per nulla scontata. A ben guardare i costi di certi bivacchi recenti, viene da chiedersi se la condanna di talune strutture non sia già in qualche modo stata decretata. In ogni caso abbiamo aperto una sottoscrizione pur consapevoli delle attuali difficoltà economiche generali che investono tutti noi. E' possibile fare una donazione per il Rifugio Ferreri sul conto corrente intestato al CAAI-Gruppo occidentale con le coordinate IBAN IT07N0326801000000853107050. Vi sono inoltre due cassette per le offerte, una presso l'Albergo Cantoira di Cantoira, l'altra presso l'Albergo Savoia di Forno Alpi Graie. Il rifugio, se come speriamo verrà recuperato, acquisirà il nome "Ferreri-Rivero"; questo per ricordare nuovamente il magistrato - accademico torinese a cui era stato intitolato lo sfortunato bivacco al Mulinet, per tre volte andato distrutto.

sabato 1 settembre 2012

ORCO TRAD FEST

22 Settembre - ORCO TRAD FEST A conclusione del Secondo International Trad Climbing Meet in Valle dell’Orco, è stato organizzato un evento “aperto” al pubblico, una vera festa dell'arrampicatore che, dopo una giornata passata sulle pareti di granito, si concluderà con un gran concerto/party, il miglior modo per chiudere la settimana del Meeting. Questo è lo spirito della giornata: un'occasione di scalare a contatto con arrampicatori provenienti da tutto il mondo, di scambiare con loro impressioni ed esperienze e, perchè no, di rubare anche qualche segreto ai più bravi. Lo scopo è quindi di ritrovare vecchi amici e di farne di nuovi, arrampicando insieme, forti e meno forti, confrontandoci con generosità sul granito della Valle dell’Orco. Per chi viene dall'arrampicata sportiva e non ha mai praticato la scalata tradizionale con posa di protezioni sarà anche l’occasione di provare, così come di toccare con mano le famose fessure della Valle, che spesso richiedono tecniche di incastro poco conosciute. Il ritrovo per l’ORCO TRAD FEST è fissato per le ore 9 al parcheggio del Sergent. Per raggiungerlo basta, proprio all’uscita della galleria di Ceresole, svoltare a sinistra e proseguire sino a quando la strada non è bloccata. Qui sarà possibile procedere all'iscrizione, del costo di 10 Euro, che darà diritto ad una maglietta ricordo della manifestazione, e ad un aggiornamento con le numerose nuove vie realizzate nella Valle dopo la pur recente uscita della Guida di Maurizio Oviglia edita da Versante Sud, partner della manifestazione. Inoltre verrà consegnato agli iscritti un coupon per partecipare all'estrazione di alcuni premi messi a disposizione dai vari sponsor tecnici del Meeting. Alle 18, dopo una giornata di scalata che ci auguriamo proficua per tutti, ci si ritroverà presso la Sala Polivalente al Grand Hotel di Ceresole Reale per l'estrazione dei premi. A seguire, alle 21 grande concerto/party di chiusura della manifestazione, nello stesso luogo. Serate aperte al pubblico Nella settimana del Meeting sono inoltre in programma altre due serate di grande interesse, che si effettueranno sempre nella Sala Polivalente al Grand Hotel di Ceresole Reale. Lunedì 17 settembre - ore 21 Proiezione “I luoghi e la storia dell’arrampicata in Valle dell’Orco” presentazione e commenti dell'Accademico Andrea Giorda Mercoledì 19 settembre - ore 21 Proiezione “Jam Crack” avventure di scalata in USA e Patagonia dell'Accademico Marcello Sanguineti Ulteriori informazioni al sito www.tradclimbing.it In alternativa è possibile contattare gli organizzatori Claudio Picco (claudio.picco@hotmail.it) o Mauro Penasa (m.penasa@rtm.it)

giovedì 30 agosto 2012

Dalla parte del lupo cattivo

E’ con un po’ di stupore e con rammarico, che negli ultimi tempi ho letto e sentito della minaccia che il lupo potrebbe costituire per la pastorizia e l’agricoltura di valli come le nostre. Appare chiara un’evidente disinformazione oltre che un pericoloso retaggio culturale che affonda le radici in un oscurantismo quasi medioevale. E’ come se la causa delle sfortune e della crisi delle attività agropastorali, peraltro già in atto da tempo, fosse oltremodo da attribuire al lupo e non (come spesso invece accade) a una cattiva gestione che non punta affatto sulla filiera corta, sull’innovazione e sulle “idee”. Si badi, chi scrive è uno strenuo difensore della pastorizia alpina e ben conosce le estreme difficoltà cui ormai pochi coraggiosi vanno incontro per mantenerla viva. Eppure, una maggiore attenzione nella “prevenzione” potrebbe garantire una perfetta convivenza tra un predatore naturale selvatico come il lupo e l’uomo, evitando così di legittimare qualche atto sconsiderato che, dietro la penosa scusa di difendere la pastorizia, potrebbe invece risolversi in mero bracconaggio. Perché, si creda, ho talvolta sentito difendere questa pratica illegale quasi si trattasse di una “tradizione” per le nostre valli, quando cacciatore e bracconiere erano messi sullo stesso piano per questioni di sopravvivenza. Si sappia, invece, fatto che mi sembra più utile per una corretta informazione, che la Politica Agricola Comunitaria (PAC) per il 2014-2020 prevede tra le sue priorità un incentivo per la conservazione delle specie di particolare pregio, tra cui il lupo, così come la difesa degli habitat naturali. E’ l’Europa a chiedercelo. Nonostante i tagli annunciati, inoltre, si renderanno disponibili 1 miliardo e 200 milioni di Euro per le attività agricole e zootecniche italiane. Nei programmi di Sviluppo Rurale delle Regioni, come ha chiesto il WWF, una parte delle risorse dovrebbe essere impiegata per la prevenzione e la riduzione dei danni causati dalle specie selvatiche, evitando così che la soluzione unica (che molti vorrebbero) sia l’abbattimento. Difendere la biodiversità è l’unica strada possibile per contrastare una dequalificazione del territorio sempre più invasiva, il cui risultato è uno squilibrio dell’habitat naturale. Dunque, ci si pensi bene prima di dire che esiste un reale “problema lupo”. Se poi dovesse capitarvi girovagando per le nostre montagne di incontrare questo schivo e magnifico animale, godetevi il momento, unico e imperdibile.

giovedì 23 agosto 2012

Per una nuova visione delle cose

Certi detrattori del GISM e della sua storica battaglia “ideale”, ci hanno spesso descritti come dei conservatori un po’ nostalgici del tempo passato. Ora a parte il fatto che è tutto da dimostrare se questo sia vero, personalmente non vedo alcunché di negativo nella “nostalgia”, in quanto ciascuno è libero di relazionarsi come meglio crede rispetto al proprio passato.

La nostalgia, al pari del bel ricordo, della gioia, del dolore, della paura, dell’esaltazione, è un sentimento, e noi che siamo alpinisti e scalatori, abbiamo provato questi stati d’animo e siamo fieri di poter dire che il “sentimento” è un punto fermo del nostro andare per monti.

Dunque, chi ci accusa di essere dei conservatori non s’accorge semmai che siamo i depositari del medesimo sentimento che certamente albergò nell’animo del più antico proto - alpinista. Suggerirei anzi a costoro di accantonare per un attimo i giudizi critici, di scrutare con attenzione nell’intimo e di scoprire il significato ontologico del proprio “essere alpinisti”.

L’essere “conservatore” viene spesso contrapposto all’essere “rivoluzionario”. Ma che cos’è la rivoluzione? Il termine viene dal latino revolutio che significa “rivolgimento”, ovvero un mutamento improvviso e profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello. L’alpinismo stesso, per esempio è stato rivoluzionario per quanto concerne una nuova consapevolezza del paesaggio alpino e della montagna.

Nei suoi oltre due secoli di storia, si sono avvicendate rivoluzioni tecniche che si sono inevitabilmente accompagnate a delle rivoluzioni etico-filosofiche. Al tecnicismo eccessivo, per esempio, hanno fatto eco da sempre delle forti reazioni uguali e contrarie, tant’è che se dovessimo rappresentarne su di un grafico l’andamento fenomenico, ne otterremmo una curva sinusoidale.

Un’idea è dunque “rivoluzionaria” quando è figlia del contesto storico-sociale in cui si manifesta, quindi, può diventare paradossalmente un’idea conservatrice qualora questo contesto venga a mutare sensibilmente.

Il fatto che noi, oggi come ieri, difendiamo l’alpinismo come fatto etico, ideale ed artistico, può dunque, all’analisi dell’evoluzione dell’alpinismo degli ultimi 25 anni, apparire più che rivoluzionario.

E’ importante però che il nostro sodalizio sappia veramente concorrere al dibattito etico-filosofico odierno in materia d’alpinismo, esprimendo una certa dinamicità del pensiero e delle idee cogliendo realmente la novità del nostro messaggio, rifuggendo il rischio di rimanere arroccati con un certo immobilismo su tematiche esclusive, fatto che realmente rischierebbe di alimentare gli stereotipi da parte di qualche osservatore poco accorto.

Gli ultimi due anni, per noi, sono stati caratterizzati da un intenso lavoro, guidati e ispirati dal nostro Presidente Spiro Dalla Porta Xydias che ha saputo, con intelligenza e onestà intellettuale, comprendere l’importanza dell’inserimento del nostro gruppo nelle complesse pieghe dell’alpinismo di oggi.

E’ stato necessario innanzitutto un lungo lavoro di analisi critico-razionale degli ultimi 30 anni dell’alpinismo, un lavoro che si è articolato attraverso lo studio ma anche attraverso confronti, tavole rotonde e dibattiti. Si è sentita l’esigenza soprattutto di fare chiarezza in merito a certi movimenti di pensiero, da un lato accusati di essere la causa della progressiva sportivizzazione dell’alpinismo e che, dall’altra, sono stati strumentalizzati da un’eccessiva quanto errata agiografia dei personaggi che ne sono stati protagonisti.

Si rivalutano così oggi, sotto una luce diversa e smascherando definitivamente una sorta d’inganno, dei genuini tentativi del passato di difendere una dimensione spirituale della scalata ben al di là della vetta stessa, che per il nostro GISM ha da sempre assunto un valore simbolico.

Si comprende allora in modo più chiaro la vera genesi della sportivizzazione dell’alpinismo, mutuata in questi ultimi decenni anni dal tecnicismo esasperato ed da un conseguente inaridimento “sentimentale”. E, si badi bene, non si tratta affatto come qualcuno vorrebbe invece trasmettere, di essere contrari alla cosiddetta “arrampicata sportiva”. Per fugare qualsiasi dubbio, chi scrive, è anche un tecnico di questa disciplina sportiva che non intende affatto avere la pretesa di sostituire in alcunché la scalata alpinistica o l’arrampicata su terreno naturale.


E’ invece importante comprendere quali siano stati, soprattutto negli ultimi due decenni, gli eccessi e le degenerazioni di un “vento sportivo” della scalata che, assimilato dalla massa media dei praticanti, ha decretato una progressiva banalizzazione della pratica della montagna, con la pretesa quasi dovuta, che questa dovesse essere adattata alle capacità medie del singolo.

Questo modello di pensiero che potremmo tradurre con la “montagna plaisir”, è figlio di una società che ha diffuso caduchi modelli di benessere sotto la falsa prospettiva che la tecnologia possa risolvere tutto. Sicurezza in montagna in primis. L’alienazione del rischio e dell’incertezza della riuscita attraverso l’accanimento del mezzo tecnico, rischiano così per diventare i pericolosi elementi che, oltre ad un inaridimento “spirituale”, aprono le porte a quella montagna della privazione delle libertà e dei divieti che oggi, sempre di più stiamo conoscendo.

Veniamo così privati della nostra sensibilità creativa, della possibilità di scegliere il modo di confrontarci con la montagna; spesso siamo accusati dai media e da un’opinione pubblica sempre più “conservatrice” di essere solo dei romantici che ammiccano alla bella morte. Quasi il romanticismo, poi, fosse un disvalore e noi non fossimo semplicemente degli appassionati che ritengono ancora che il “sentire” (il sentimento) sia un elemento importante e insostituibile per tramutare l’avventura in montagna una bella esperienza interiore.

Ma, oggi, la deità del grado e del mezzo tecnico che mitiga il rischio a favore della prestazione sportiva, comincia a mostrare segni di cedimento. Si rivendica nuovamente una pratica della scalata che parta dalla sensibilità interiore dell’individuo, ponendo in primo piano l’incertezza della riuscita e la montagna come reale “spazio per la fantasia”.

E’ il concetto del “sentimento della meta” dove l’elemento centrale diviene l’esperienza interiore ed emotiva, non più la volontà di affermazione personale o il consumo “meccanico” della parete e della montagna. E non si temano pericolosi e insidiosi fraintendimenti che qualcuno di noi, non ancora perfettamente consapevole, può rischiare di scorgere in questa nuova sensibilità.
Come già scrisse Gian Piero Motti più di 35 anni fa, soltanto ciò che non è veramente sacro può essere dissacrato.

Alcuni giorni fa mi sono recato ad esplorare una zona di massi con un giovane praticante di bouldering, avvezzo soprattutto al mondo dell’indoor e della competizione. Sul far della sera, dopo aver tracciato numerosi passaggi nuovi, ho chiesto lui cosa pensasse di quella giornata. Ero curioso di sapere in quale misura il contesto del paesaggio circostante, per me di particolare forza evocativa, avesse in lui suscitato un qualche sentimento rubando un po’ d’attenzione al fine. “ E’ stata una giornata visionaria” è stata la sua risposta.

Ebbene, in quelle parole, io vedo la certezza che non solo un’altra visione dell’alpinismo e della scalata è possibile, ma quanto il sentimento sia un valore irrinunciabile. E questo perché la nostra sensibilità non può prescindere dalla percezione dell’elemento naturale qualunque esso sia, anche nel pieno dell’azione.

Non importa se stiamo raggiungendo una vetta, un colle, percorrendo una parete senza vetta, o scendendo una parete con gli sci. Parafrasando ancora una volta Motti, “l’importante non è affermare sé stessi ma vivere sensazioni più profonde”.

domenica 29 luglio 2012

Vallone di Sea Climbing Meeting 2012



Il vallone di Sea per tre giorni capitale “morale” della scalata piemontese.

Groscavallo.Il tempo a tratti perturbato nelle giornate di venerdì 27 e di sabato 28, non ha impedito agli arrampicatori giunti da tutta Italia di cimentarsi con le pareti del selvaggio e affascinate vallone di Sea. Poi, finalmente, domenica uno splendido sole ha accompagnato gli oltre 30 specialisti del bouldering che si sono confrontati sui massi di Balma Massiet, sotto gli occhi di un pubblico attento e incuriosito. La vittoria in campo maschile è andata a Pietro Bassotto della Società Arrampicata Sportiva Palavela di Torino, che ha risolto al primo tentativo tutti i problemi preparati dai tracciatori. Secondo si è classificato Andrea Molinario dell’Arrampicata Sportiva Rivoli, mentre il terzo posto è andato a Mauro Feletto sempre della S.A.S.P. Torino; nella categoria donne si è imposta Ilaria Scolaris (S.A.S.P. Torino) già vincitrice dell’edizione scorsa. La Kermesse del verticale ha registrato quest’anno 75 iscritti che, secondo gli organizzatori, avrebbero potuto superare il centinaio se il maltempo non avesse scoraggiato molti scalatori inizialmente intenzionati a partecipare. Numerose le rappresentanze, come la Scuola Nazionale d’Alpinismo “Giusto Gervasutti” di Torino, la Scuola “Valle Orco”, la Scuola “Paolo Giordano” del Cai di Orbassano, la Sezione Alpinisti Testimonial del GISM, il Club Alpino Accademico Italiano, l’Alpine Club britannico, la S.A.S.P. Torino, l’A.R.S. Rivoli, il B-side di Torino.
In occasione della concomitante Festa d’la Mountanhi, sabato 29 alle ore 21, si è tenuta a Cantoira la premiazione del Concorso Nazionale di Letteratura di Montagna: “Con il cuore, con l’ideale, con la corda”. Il prestigioso riconoscimento è andato all’alpinista – scrittore genovese Christian Roccati, con il libro: “Lacrime nella pioggia”. L’appuntamento è per il prossimo anno, con un raduno che, nelle intenzioni dei soddisfatti organizzatori, sarà ancora più grande e ricco di appuntamenti.

sabato 16 giugno 2012

Del sentimento della vetta e della meta



Nel 1929, un gruppo di alpinisti ed intellettuali della montagna decise di opporsi alla decisione del regime fascista di trasferire il Club Alpino Italiano a Roma, inquadrandolo nel C.O.N.I. e decretando così la “sportivizzazione” dell’alpinismo.
Nacque in questo modo, a Torino, il GISM - Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, con il chiaro intento di difendere un’idea di scalata e d’alpinismo come fatto ideale, spirituale ed artistico.
Negli ottant’anni della sua storia, nel sodalizio si sono avvicendati alcuni dei migliori scrittori-alpinisti italiani di sempre, le cui imprese ed i cui scritti sono parte indelebile della storia e della cultura alpina.
Molti appassionati di montagna di oggi, possono pensare che tali ideali appartengano ad un’epoca che non c’è più e che possano risultare il frutto di una certa nostalgia per il passato. Al contrario, basta osservare con attenzione l’alpinismo odierno nelle sue varie pieghe e compagini, per cogliere i segnali di un malessere derivato da un inaridimento “sentimentale”, derivato da decenni di tecnicismo esasperato. Appare chiaro come l’idea sportiva non sia più sufficiente e come il pensiero di molti intellettuali dell’alpe, fino a ieri ritenuti superati, sia oggi più “moderno” che mai.
In questo breve saggio abbiamo inteso confrontare i nostri punti di vista, spesso diversi per esperienza ed età anagrafica, uniti però nella comune convinzione che sia necessario rimettere al centro dell’alpinismo e della scalata il “sentimento”. Per ottenere questo scopo, abbiamo dovuto dipanare la spessa cortina di mistificazioni e di equivoci che avvolge la storia dell’alpinismo, dimostrando che se una certa componente sportiva non può essere negata, ancor di più non lo potrà essere quella “ideale”. Guardando con attenzione dentro di noi, scopriremo che la “meta”, sia essa una vetta o il culmine di una parete, diventano il termine ideale di un viaggio interiore unico, dove grado, competizione, record e affermazione sono secondari se non inutili.
Ci si renderà conto, allora, che la corda viene dopo il cuore e la mente.


Gli autori
Marco Blatto
Spiro Dalla Porta Xydias


Dall'8 giugno in tutte le librerie!

sabato 2 giugno 2012

Vallone di Sea Climbing Meeting 2012




Programma
Venerdì 27 luglio

Ore 9: ritrovo in Piazza Girardi a Forno Alpi Graie (Groscavallo). Registrazione dei partecipanti e partenza per i settori di arrampicata
Ore 19: Cena tutti assieme presso l’albergo Risorante Setugrino di frazione Pialpetta di Groscavallo.
Ore 21: Proiezione “Alle origini dell’arrampicata metropolitana torinese” + filmato della scalata della Mole Antonelliana 2002. A cura dello staff della Società Arrampicata Sportiva Palavela di Torino (SASP – Torino)

Sabato 28 luglio

Ore 9,00: ritrovo in Piazza Girardi a Forno Alpi Graie, registrazione dei partecipanti e partenza per i settori di arrampicata
Ore 18,00 presso l’Albergo Ristorante Cantoira: Caffè letterario a cura del GISM
Ore 19,00: Cantoira. “Màrénda à la mödda vieij” (Merenda alla moda vecchia) tutti assieme presso il “Bar Progresso”
Ore 21,00: presso il Salone comunale di Cantoira: Premiazione del concorso letterario di montagna “Con il cuore, con l’ideale, con la corda”, alla presenza delle autorità. A cura della Sezione Alpinisti Testimonial del GISM e del Club Alpino Accademico Italiano.
A seguire, nell’ambito del gemellaggio con la Regione Liguria, canti e musiche a cura del gruppo “Trallallero” e del gruppo locale francoprovenzale “Li Magnoutoun”.
Durante il pomeriggio e la sera, in Via della Chiesa sarà presente un mercatino con prodotti tipici.
Per i festaioli ad oltranza alle 23,00, presso il Ristorante Cantoira: “La Ribote”, canti, cibo e vino con i musicanti.

Domenica 29 luglio

Ore 10,00: Ritrovo dei partecipanti presso la Piazza Girardi di Forno Alpi Graie, registrazione e partenza per i settori.
Ore 11,00: presso il circuito massi di Balma Massiet “Polvere di Stelle Bouldering Parade”; blocchi di ogni difficoltà tracciati dagli istruttori e dagli atleti della SASP – Torino.

Ore 18,00 – Cantoira: presso l’Albergo Ristorante Cantoira premiazione del Bouldering Contest
Ore 18,30: Grand Buffet di chiusura tutti insieme e presentazione dell’iniziativa “Gruppo Rocciatori Val Sea”.

Il costo dell’iscrizione al meeting e al “Bouldering Contest” è di 10 euro, ed è comprensivo della maglietta ufficiale e del materiale cartaceo informativo.

Dove dormire:
E’ possibile campeggiare nel Vallone di Sea oppure a Forno Alpi Graie, limitatamente ai giorni del meeting.

Bed&Breakfast il Cavallino – Via Lensi 45 Cantoira. +39 3402321929 www.bbcavallino.it
Agriturismo Lu scialè – fr.Bonzo di Groscavallo. +39 348.311.82.21, www.lusciale.it
Albergo Ristorante Setugrino – fr. Pialpetta di Groscavallo – posto tappa GTA. 0123
81016.
Albergo Ristorante Savoia – Corso Savoia 1, Forno Alpi Graie 012381042
Camping la Roccia – Via Torino 1, Cantoira. 0123 585730
Info meeting: 3206270030 – 0123 585688
Webcam e meteo: www.fornoalpigraie.it
Per altre sistemazioni, per ogni tariffa ed esigenza, contattare l’ATL 3 Canavese e Valli di Lanzo allo 0123 28020