venerdì 29 marzo 2013

K2: polemiche inevitabili sulla Fiction Rai?

E' più normale che ci sia stato un pò di trambusto nella comunità alpinistica "per bene", in seguito alla messa in onda della Fiction RAI: K2 la montagna degli italiani. Anzi, il CAI non ha perso tempo a prenderne le distanze. E' vero, alcune sfumature della fiction non possono che provocare un certo imbarazzo. E' un imbarazzo non dissimile, per esempio, da quello che gli storici possono aver provato migliaia di volte nella visione delle numerose pellicole holliwoodiane di genere bellico che molti di noi, magari, hanno consacrato alla "storia della cinematografia". E' solo questione di sensibilità dei punti di vista. Che dire allora del capolavoro di Trenker "La grande conquista"?, storicamente inattendibile ma fascinoso ed intrigante? Di fronte ad una fiction non bisognerebbe nutrire troppe aspettative storico-documentaristiche, salvo poi ritrovarsi tutti scontatamente indignati. Certo è, che la fiction italiana, salvo capolavori del passato come i Promessi Sposi, La Cittadella o l'Odissea, si è nel tempo "mediasetizzata" ed ha assunto sempre il volto rassicurante, pacioso, buonista e mai troppo serio che tanto piace all'italietta del qualunquismo. Ti "romanizzo" Bonatti e te lo vendo come il Raul Bova dell'Alpe? Ecchissenefrega tanto, è bello, tagliagola e piace a nonne, massaie e bambini. L'abbiamo già visto questo esperimento mal riuscito, per esempio con la miniserie "Il cuore nel pozzo" dove il pur bravo Beppe Fiorello non sostiene una storia il cui tema è la tragedia delle foibe. Altri esperimenti cinematografici,invece, come "El Alamein la linea del fuoco", pur con un'onestà di fondo e con bravi attori come Pier Francesco Favino non hanno saputo rendere il vero dramma e l'eroismo della battaglia di El Alamein, anzi, la storia vive addirittura in uno spazio temporale parecchio distante dall'inferno di quella battaglia. Anche i reduci della Pavia o della Folgore ebbero parole molto critiche per la pellicola, ed avevano motivi ben più validi del nostro lagnosetto orgoglio alpinistico. Conoscendo però Bonatti ed il suo spirito, sono certo che come Harrer di fronte a Brad Pitt, scherzoso e affabile come sempre il nostro avrebbe certamente detto :"Certo che ero più bello io...". Al contrario (e questo è il limite della fiction sempliciona) non l'avrebbe soddisfatto la parte che doveva avere funzione di "riscatto". Ma quel riscatto Walter l'aveva già ampiamente avuto, così come l'affetto incondizionato e la simpatia di quel grande pubblico anche di "non alpinisti".