sabato 18 gennaio 2014

Inaugurato il "rinato" bivacco CAAI "Ferreri-Rivero" nel vallone della Gura

La cerimonia di riapertura e di intitolazione del rifugio a Eugenio Ferreri e Michele Rivero si è tenuta domenica 8 settembre 2013, in concomitanza con la festa di chiusura del Rifugio Paolo Daviso e al termine di un lungo programma di manifestazioni che si erano svolte in Val Grande per il 150° di fondazione del Cai. Nonostante il tempo incerto un piccolo gruppo di alpinisti e di escursionisti è partito alle ore 7,30 da Forno Alpi Graie, raggiungendo il rifugio alle ore 10,00. Tra i presenti: Marco Blatto, presidente della Delegazione Piemonte e Valle d’Aosta del Gism, Claudio Picco, presidente del Caai-Gruppo occidentale, Osvaldo Marengo presidente della Sezione di Torino del Cai, Carlo Soldera presidente della Sezione di Venaria del Cai con la vicepresidente Franca Guerra, Flavio Chiarottino, vicepresidente della Sezione di Cuorgnè del Cai; tra gli Accademici: Mauro Penasa, Claudio Sant’Unione, Enrico Pessiva. Prendevano la parola: per la Sezione di Torino del Cai Osvaldo Marengo, per il Caai Claudio Picco e per il Gism Marco Blatto, che leggeva l’orazione ufficiale: “Sono molte le motivazioni che oggi ci hanno condotto quassù, 126 anni dopo i nostri predecessori, che vollero, in quel lontano 4 agosto del 1887, dare al Vallone delle Gure un punto d’appoggio per l’esplorazione e la frequentazione delle sue montagne. Abbiamo, nei numerosi decenni, ereditato e custodito un pezzo importante della storia alpinistica subalpina, ne abbiamo visto accrescere tra le solide mura le fortune, così come tra le crepe e gli infissi ormai invecchiati al gelo degli inverni, abbiamo udito progressivamente spirare la brezza dell’oblio. Queste semplici mura raccontano di imprese alpinistiche, di momenti di caccia esaltanti, di episodi militari e di lotte partigiane. Ed è per questo che abbiamo creduto fermamente - e crediamo - che questa costruzione rappresenti oggi un bene prezioso per la cultura materiale valligiana e subalpina. Oggi, come in quel 4 agosto, si ritrovano sui fianchi della Gura associazioni alpinistiche, d’arma, di cacciatori, valligiani e semplici appassionati venuti dalle pianure, perché il rifugio è parte integrante di quella geografia degli affetti che è propria di chiunque abbia con la montagna un rapporto non già utilitaristico ma etico ed ideale. Lo storico Rifugio della Gura, possa dunque offrire nuovamente riparo a tutti coloro che percorreranno queste montagne, con l’esempio degli avi e con una sensibilità nuova per il futuro. Domenica 8 settembre 2013 – Vallone della Gura”. Seguiva la benedizione officiata da Don Beppe Biancardi, “il cappellano degli alpini” del Gruppo Ana di Torino Centro. Dopo aver apposto un nuovo libro del rifugio, firmato da tutti i presenti, la comitiva si trasferiva al Rifugio Paolo Daviso, dove veniva celebrata la S.S. Messa, seguita poi da un pranzo a base di polenta preparato dai gestori. Veniva quindi consegnato a Marco Blatto il “Premio Nazionale di Alpinismo Paolo Armando – Edizione 2013”, per la sua attività alpinistica effettuata nelle Alpi Occidentali ed in particolare nelle Graie Meridionali. Blatto, che ringraziava la giuria per la fiducia accordatagli e la candidatura sostenuta dal Caai, cedeva però idealmente il premio alla memoria dell’Avvocato Giuseppe Corrà, promotore del primigenio del Rifugio della Gura ed esploratore infaticabile di quelle montagne.

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